Verga - Mastro don Gesualdo La Morte di Gesualdo
Publié le 23/08/2012
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Questo passo è narrato da un narratore esterno al racconto alla terza persona, dunque che dovrebbe essere obiettivo verso ai personaggi, invece al credo del verismo possiamo notare che il narratore segue le posizione dei protagonisti attraverso parole soggettive come ‹‹ capricci (…) quella canzone che non finiva più (…) quell'accidente (…) peggio di un contrabbasso ›› (l. 6 – 14) per parlare dell'agonia di Gesualdo, senza dubbio doloroso, il nome ‹‹ capricci ›› per la sua morte è veramente crudele ! I personaggi, quanto a loro, usano parole come ‹‹ Gli è venuto l'uzzolo adesso? Vuol passar mattana! ›› (l. 21, 22) per l'ultimo affanno del Mastro. Queste parole crudele mostrano l'odio verso a Gesualdo. Infine in questo passo ci sono molti frecciate e scherzi lanciati a Gesualdo ‹‹ Entrate pure; non vi mangiamo mica... E neanche lui... ›› (l. 53, 54), parlare così di un morto, ridere il fatto che lui sia andato, è un segno di non respetto, Gesualdo non è più e la vita può finalmente cominciare per i domestici, che non sono i domestici di Gesualdo ma è solo una cosa provvisoria, nel frattempo della sua morte . Lo scambio prossimo mostra ancora più quest'odio verso a lui : ‹‹ -“Ha cessato di penare.” - “ Ed io pure” soggiunse don Leopoldo ›› (l. 55 – 57)
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